Terrore al volante, lo choc dell’autista aggredita da due minorenni: “Ho visto la morte in faccia”

Lucca, 8 novembre 2025 – Tutto è avvenuto giovedì mattina, alle 6,50, in pieno centro storico a Lucca, in piazzale Verdi, dove si trova la stazione dei bus. La vittima si chiama Anuta Atomei, 47 anni, autista di bus da dieci. Era al suo posto guida con il mezzo ancora vuoto, da sola. Si presentano due minorenni, intorno ai 17 anni, stranieri, visibilmente alticci; vogliono salire mentre bevono dalle bottiglie di vino che tengono in mano. La conducente li invita a lasciarle a terra e da lì in poi si scatena l’inferno. Cerca di chiuderli fuori, ma loro scagliando pietre riescono a rompere il vetro della porta del bus e salgono a bordo. Volano insulti, sputi in faccia, minacce contro di lei. A scongiurare il peggio è la cabina blindata di cui sono dotati i nuovi mezzi di Autolinee Toscane. Ci provano, tirandola per i capelli ma non riescono a tirarla fuori. Cercano di colpirla con uno schiaffo, lei riesce a evitarlo. Poi quella frase: “Se fossimo in Tunisia ti avremmo già tagliato la testa”. L’autista riesce a chiamare la centrale e la polizia interviene in un attimo. Anche grazie al video ripreso da un passante i due vengono riconosciuti e fermati. Si scoprirà che avevano accoltellato un uomo un anno fa, nella zona di Massa Pisana: l’uomo li aveva invitati a smetterla di vandalizzare la propria recinzione di casa. Si era salvato, ma i due erano di nuovo liberi dallo scorso mese di aprile.
Come si sente il giorno dopo l’aggressione?
"Non ho chiuso occhio tutta la notte. Sto peggio di ieri (giovedì per chi legge, ndr), perché realizzo con lucidità cosa è successo e rivivo quei momenti terribili. E ho paura, temo la vendetta di quelle due belve feroci. Ho visto la morte in faccia”.
Ce la fa a spiegare come è iniziato tutto?
"Ero in piazzale Verdi, in centro a Lucca, pochi minuti prima delle 7 del mattino. Sul bus non era salito nessuno. Si sono presentati questi due ragazzi, parlavano male l’italiano. Mi hanno chiesto se andavo a Pontetetto, ho risposto di sì ma che non potevo farli salire con le bottiglie di vino aperte in mano. In un attimo sono diventati due furie e sono precipitata all’inferno”.
L’hanno minacciata?
"Mi hanno detto di tutto, lo sguardo cattivo, persino che se fossimo stati in Tunisia mi avrebbero già tagliato la testa. Però hanno fatto un passo indietro e io ho approfittato per chiudere le porte del bus”.
E a quel punto?
"Hanno preso a bottigliate l’automezzo, hanno provato a scardinare la porta e poi scagliato delle pietre rompendone il vetro. Così si sono aperti il varco e sono saliti. Ero in panico totale”.

Ce l’aveva fatta a chiamare aiuto?
“Sì, e quando hanno visto che telefonavo si sono ulteriormente incattiviti. Attimi eterni, non sapevo più cosa fare, mi sono messa a suonare il clacson”.
E loro erano a bordo con lei completamente da sola?
"Mi ha salvato la cabina blindata che protegge quasi del tutto il posto del conducente nei nuovi mezzi di Autolinee Toscane. Ma sono riusciti a infilare le mani e a afferrarmi per i capelli, volevano tirarmi fuori. Mi hanno insultato, minacciato, sputato più volte. Hanno tentato di darmi uno schiaffo. Poi è arrivata la polizia. Io non ho mai visto tanta cattiveria in vita mia”.
È finita all’ospedale.
“Avevo le palpitazioni, pressione alta, il referto è di dieci giorni. Dovrò seguire un percorso psicologico di recupero”.
Ha paura?
"Sì. Sono barricata in casa, temo vendette, sono capaci di tutto”.
Cosa si sente di dire?
"Che siamo una categoria nel mirino, non c’è collega che non abbia vissuto episodi simili, anche se per fortuna non sempre così gravi. Noi siamo quelli che portiamo i figli a scuola, gli anziani all’ospedale. Eppure il nostro lavoro ormai si svolge a braccetto con il rischio. Non ci siamo. Le istituzioni devono capire il problema e fare qualcosa. Questi due hanno già accoltellato un signore e , una volta liberati, dopo pochi mesi, uno dei due ha aggredito un mio collega. E oggi questo”.
Demoralizzata?
"Sì, per forza. E’ sconsolante pensare che sono di nuovo liberi di fare del male, cosa ci vuole per fermarli, che facciano qualcosa di peggio di così? Di sicuro quei due ne sarebbero capaci”.
La Nazione






